Usurpazione di titolo

Cosa si intende per usurpazione del titolo e cosa si può fare?

Si ricade nella condotta relativa all’usurpazione del titolo quando viene millantato il titolo professionale per il quale è prevista una specifica laurea e l’abilitazione. 

I titoli di psicologo/a e psicoterapeuta sono infatti protetti e non possono essere utilizzati da persone che non sono iscritte all'albo degli psicologi o nelle liste degli psicoterapeuti degli albi degli psicologi o dei medici. Si tratta di un illecito (previsto e punito dall’art. 498 c.p.) ad oggi depenalizzato (art. 43 d.lg.vo 30/12/99, n.507) per cui è prevista una sanzione amministrativa

Formalmente è l’Ufficio Territoriale del Governo (UTG, cioè la Prefettura) competente territorialmente ovvero del luogo/provincia in cui sarebbe stato commesso l’illecito che si avvarrà di un ufficio di polizia giudiziaria per le relative indagini. La Commissione Tutela del Lazio ha condiviso una procedura tale per cui invia alla Stazione dei Carabinieri competente territorialmente e per conoscenza alla relativa prefettura. 

Nel caso ci fosse il sospetto di usurpazione del titolo, per prima cosa bisogna verificare se la persona in questione sia regolarmente iscritta all’Albo Unico degli Psicologi tenuto dal Consiglio Nazionale, all’interno del quale confluiscono i dati di chi è autorizzato/a allo svolgimento della professione di psicologo/a sul territorio italiano. Per farlo basta svolgere una ricerca sul portale www.psy.it.

Se il controllo ha esito negativo è consigliabile ricercare il nominativo della persona interessata sul portale della Federazione Nazionale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri 

Com’è noto, medici e psicologi e psicologhe condividono la branca professionale della psicoterapia, per cui è possibile che la persona in questione rientri tra medici psicoterapeuti. 

Se l’ipotesi non è confermata e se si ravvisano elementi di criticità ovvero un ragionevole dubbio sull’uso indebito del titolo di psicologo/a o psicoterapeuta, eventualmente supportato da raccolta di documentazione: è doveroso (per colleghi e colleghe ai sensi dell’art. 8 del codice deontologico) e possibile per i non iscritti, segnalare il caso al Consiglio dell’Ordine rivolgendo la richiesta alla Commissione Tutela dell’Ordine degli Psicologi del Lazio che procederà, previa istruttoria e valutazione del Consiglio a inoltrare alle autorità competenti; è altresì possibile sporgere denuncia/querela alle autorità competenti (Forze dell’Ordine o Prefettura competente). 

Una volta ricevuta la segnalazione per presunto usurpazione di titoli e ed onori, la Commissione Tutela, nella prima seduta utile si occupa dell’istruttoria. Nell’ambito della suddetta attività può chiedere integrazioni documentali al/la segnalante, effettuare apposite ricerche su internet, inviare richieste di chiarimenti alla persona segnalata, etc. All’esito dell’istruttoria, la Commissione può direttamente inviare diffide a rettificare contenuti di siti web/social oppure trasmette gli atti al Consiglio con proposta di inoltro della segnalazione per presunta usurpazione del titolo alle autorità competenti o, nel caso non ravvisassero elementi sufficienti, per l’archiviazione. Il Consiglio delibera sulla proposta avanzata dalla Commissione e, nel caso in cui non si decida per l’archiviazione, la segnalazione viene trasmessa alle autorità competenti (Stazione dei Carabinieri competente territorialmente e Prefettura della provincia interessata).