Il tempo della crisi si accompagna a inevitabili condizioni di disorientamento e confusione. L’orientamento deve rispondere a una rinnovata domanda di conoscenza e ricerca: conoscenza e ricerca di nuovi sbocchi occupazionali, di esperienze formative, di informazioni e dati sul mondo della scuola, dell’università e del lavoro. Questa esigenza si registra sia da parte di chi fruisce dei servizi come cittadino, sia da coloro che li programmano o li offrono
In tale mutato scenario si modificano anche gli oggetti dell’orientamento che vedono spostare il focus da un ambito strettamente lavorativo a uno sui modelli di vita dove i soggetti devono essere agenti della loro stessa socializzazione alla carriera e raggiungere una migliore integrazione tra i vari ruoli agiti in una società sempre più complessa. L’oggetto dell’orientamento oggi è dunque la costruzione continua del sé nell’ottica del “life-designing”. Una concezione lifelong, dove gli elementi da esplorare sono complessi: la storia di vita personale, il rapporto tra molteplicità delle esperienze e dei percorsi, la “pensabilità” del futuro e ri-progettabilità personale; la costruzione di sé contestuale alla costruzione del percorso professionale.