La relazione ha chiarito, secondo una prospettiva psicodinamica, il ruolo delle esperienze traumatiche infantili e della disaggregazione della personalità nell’insorgere di comportamenti di addiction. Prendendo spunto dai dati della ricerca scientifica contemporanea e della propria attività clinica, il relatore ha cercato di chiarire la funzione difensiva dei comportamenti additivi, come rifugi somatopsichici finalizzati a regolare, seppur in maniera disfunzionale e disadattiva, affetti traumatici, ovvero stati emotivi non simbolizzati la cui forza disaggregante procura nella persona un profondo dolore fisico e psichico associato ad una divisione strutturale di stati mentali.
In virtù di ciò, il trattamento dovrebbe favorire un processo di sintesi psichica e una maggiore competenza nelle regolazione degli stati emotivi nell’ambito di una relazione terapeutica sicura.