La sfida dell’integrazione sociosanitaria

Psicologi e assistenti sociali si confrontano con le istituzioni

Nella giornata di venerdì 11 ottobre l'Ordine degli Psicologi del Lazio ha ospitato l’evento "Lo psicologo nei servizi sociosanitari del Lazio. L’integrazione sociosanitaria e la funzione dello psicologo nei servizi di welfare territoriale". All'incontro, oltre al presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, Federico Conte, hanno partecipato il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, l'assessore all’Inclusione Sociale e Servizi alla Persona, Massimiliano Maselli, e il dottor Mauro Gasperini, tesoriere dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Lazio. L'iniziativa ha costituito la cornice per la presentazione di un’indagine sui modelli di intervento e le esperienze di integrazione sociosanitaria nella Regione Lazio, condotta dal gruppo di lavoro “Sanità e Sociale” dell’Ordine. 

Il lavoro, presentato dalle componenti del gruppo, la dott.ssa Enrica Conti (coordinatrice), la dott.ssa Rosj Guido e la dott.ssa Veronica Mammì, ha coinvolto 20 dei 37 Distretti Sociosanitari del Lazio, raccogliendo informazioni attraverso questionari e interviste semi-strutturate rivolte ai responsabili dei Servizi Sociosanitari Territoriali. Dall’analisi delle risposte è emerso che nella nostra regione il processo di integrazione tra i settori sociale e sanitario si è avviato in gran parte grazie a collaborazioni informali, poi formalizzate attraverso strumenti amministrativi come accordi di programma e piani sociali di zona. Questa integrazione, secondo gli intervistati, ha permesso di offrire servizi più rispondenti alle necessità degli utenti, oltre a stimolare la crescita professionale degli operatori coinvolti.

Tra i punti critici, si è evidenziata la carenza di personale e di risorse economiche, fattori capaci di limitare in modo significativo la piena realizzazione del sistema integrato. È stata inoltre sottolineata l’importanza del ruolo del terzo settore nella costruzione e gestione dei servizi, spesso tramite collaborazioni informali non ancora consolidate in protocolli stabili, nonostante le recenti riforme del settore.

Per quanto riguarda il ruolo dello psicologo, l’indagine ha confermato la sua presenza trasversale nei servizi dei Distretti Sociosanitari, con un particolare coinvolgimento nei servizi per minori e famiglie. Tuttavia, nella maggior parte dei distretti, il professionista non partecipa attivamente ai team PUA, nonostante il suo contributo sia essenziale nelle attività di front office e back office. Inoltre, solo una minoranza degli psicologi è coinvolta nell’Unità di Valutazione Multidimensionale Distrettuale, mentre il loro ruolo nella programmazione degli interventi per minori si concentra principalmente sulle fasce d’età 0-3 anni e adolescenti.

Nel commentare gli esiti dell’indagine, il presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, Federico Conte, ha voluto sottolineare gli ulteriori, ampi margini di intervento degli psicologi nel sistema di assistenza alla persona: “Se consideriamo le aree di vita di ciascun cittadino, ne possiamo individuare quattro: l’abitare, il lavoro, le relazioni e la salute. Ebbene, tolto l’ambito sanitario, dal quale naturalmente proveniamo, la nostra professione ha molto altro da dire: pensiamo in ambito lavorativo all’inserimento e al bilancio delle competenze, ai progetti legati all’abitare, con l’inserimento dei soggetti fragili, al percorso verso l’autonomia delle persone con disabilità. Altro discorso è poi quello della prevenzione: se il nostro sistema è composto per il 75% da individui sani, è facile comprendere quanto la nostra funzione sia essenziale per conservare o migliorare questo equilibrio. Le nostre aree di intervento sono davvero moltissime, e un modello rinnovato di welfare potrebbe giovarsene in misura straordinaria”. 

Anche il dottor Mauro Gasperini, tesoriere dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Lazio, ha concordato sull’importanza di un efficace approccio multidisciplinare in ambito sociosanitario e assunto un impegno costruttivo per gli anni a venire: “Per noi assistenti sociali il tema dell’integrazione è un cavallo di battaglia, non a caso siamo definiti ‘attivatori di rete’. La legge sulla disabilità emanata dal governo e la legge sui caregiver in ambito regionale, evidenziando l’importanza del lavoro sul nucleo famigliare e di un approccio integrato, hanno delineato nuove metodologie della presa in carico. Lavoreremo insieme per costruire un modello diverso”. 

Gli interlocutori istituzionali presenti all’iniziativa hanno voluto esprimere pieno sostegno al percorso di integrazione delle competenze per un welfare territoriale più efficace e inclusivo. A tale proposito, il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, ha ricordato le azioni realizzate fino ad ora: “Da psicologa conosco il contributo che porta la nostra comunità professionale al benessere della collettività. Questo governo ha stanziato 300 milioni per azioni di protezione dei minori, per enti locali e del terzo settore, ponendo al centro la costituzione di équipe multidisciplinari che vedono nella presenza dello psicologo una delle figure chiave nella promozione del benessere. Crediamo fortemente nell’integrazione delle professionalità, ma dobbiamo adottare un cambio di paradigma, che porti nelle leggi quei modelli organizzativi di eccellenza che oggi sono ancora frutto di accordi spontanei. L’integrazione deve essere anche tra pubblico, privato sociale e privato, soggetti diversi e indispensabili, pronti a collaborare per costruire un nuovo modello di welfare di prossimità”.

Anche il lavoro della giunta regionale procede nella medesima direzione, secondo le parole dell'assessore Maselli: “Lo schema di Piano Sociale Regionale che ho portato in giunta quest’anno riprendeva chiaramente questa visione integrata dell’assistenza territoriale e di prossimità, in cui credo moltissimo. Dal giorno del suo insediamento la giunta ha fatto molto per tenere in ordine i conti: negli ultimi due anni, segnando un utile di 23 milioni e di 50 milioni di euro, ha compiuto un passo decisivo verso quell’uscita dal piano di rientro che segnerà una svolta in materia di investimenti. Con la prossima manovra di bilancio puntiamo a traslare una serie importante di risorse sul sociale, che confluiranno proprio sull’assistenza di prossimità e territoriale. Abbiamo di fronte l’obiettivo di abbandonare un sistema in cui il pubblico impone e il terzo settore esegue, per definirne uno nuovo in cui ciascuno concorre alla coprogettazione e coprogrammazione degli interventi utili a garantire il benessere della collettività”.