Uno degli obiettivi principali della preparazione psicologica nello sport è insegnare agli atleti, e allenarli, a far fronte allo stress competitivo e a tutte le dinamiche ad esso connesse. Si tratta di fornire loro un bagaglio di tecniche psicologiche che possano aiutarli a superare difficoltà che li condizionano nella propria disciplina, come ad esempio alti livelli di ansia, discontinuità nella concentrazione, infortuni, ecc.
Affinché l’atleta possa raggiungere le prestazioni ottimali è quindi opportuno che apprenda strategie volte ad ottenere un controllo volontario su specifiche funzioni biologiche.
Gli interventi di biofeedback e neurofeedback si basano sul principio psicofisiologico presentato da Green e Walters nel 1970, il quale afferma che ad ogni cambiamento fisiologico è associato un concomitante cambiamento nello stato mentale ed emozionale e, viceversa, ad ogni cambiamento, conscio o no, nello stato mentale ed emozionale è associato un corrispondente cambiamento nello stato fisiologico.
Utilizzando dispositivi elettronici di monitoraggio, l’atleta può visualizzare questi cambiamenti fisiologici e osservarne andamento e modulazione rispetto a stati di riposo e di attivazione, con l’obiettivo finale di guadagnare consapevolezza e controllo su funzioni biologiche che possono altrimenti ostacolare il raggiungimento della massima prestazione.
Relatore
Daniele Stizza