Consulenza a seduta singola. Migliorare l'efficacia di ogni singolo (e spesso unico) colloquio

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Consulenza a seduta singola

Migliorare l'efficacia di ogni singolo (e spesso unico) colloquio

Fino al 50% delle persone che intraprendono un percorso di salute mentale interrompe prematuramente. Di questi, tra il 60 e il 70% si presentano per sole due sedute, per quali ragioni?

Incredibilmente una delle motivazioni più diffuse non sono i soldi, ma il fatto che le persone ritengono di stare meglio ben prima della fine concordata di una terapia: al contrario di quanto si ritiene comunemente, spesso basta anche una sola seduta per dare effetti significativi e duraturi negli anni.
Il mondo sta cambiando sempre più velocemente e con esso cambiano anche le richieste delle persone: l’ambito della salute mentale non fa eccezione. Se da un lato gli studi mostrano come le persone siano sempre più informate e alla ricerca di trattamenti che possano rispondere alle loro esigenze, dall’altro, in Italia, dei 17 milioni di cittadini che soffrono per un disturbo mentale un numero compreso tra il 77% e il 92% non chiede aiuto a nessuna figura professionale: la quasi totalità delle persone che potrebbe beneficiare di un aiuto psicologico non lo fa.


Il motivo principale? Una difficoltà del professionista nel concepire il proprio intervento come un servizio e, in quanto tale, a calzarlo nel modo più corretto a ciò che la persona chiede, continuando invece a fare una proposta unilaterale a cui essa dovrebbe sottostare univocamente. Il clinico si trova così da un lato a non sapere come poter agire partendo dai risultati degli studi più recenti nella salute mentale (l’alto numero di drop out nelle prime sedute) e dall’altro come rispondere alla richiesta implicita nei comportamenti attuali delle persone (l’incredibile numero di persone che non si rivolgono ai servizi privati e pubblici di salute mentale).


Il webinar ha voluto fornire agli iscritti dell’Ordine degli Psicologi del Lazio in particolare due risorse:

1) una panoramica operativa dei dati sopracitati, così da ottenere delle direzioni pratiche rispetto alle tendenze più recenti nell’ambito della clinica affinché il professionista possa comprendere alcune delle esigenze più importanti e attuali dei pazienti;
2) alcune linee di indirizzo per rispondere a queste esigenze: non un approccio di cura, ma una struttura che ciascun professionista può apprendere e utilizzare nella pratica clinica indipendentemente dal proprio background formativo.

In tal senso, è stato in particolare presentato il modello della Seduta Singola, una modalità di approccio alla clinica studiato e applicato negli ultimi 30 anni in tutto il mondo, che tende a massimizzare gli effetti di ogni singolo (e spesso unico) incontro con il cliente, valorizzando le sue risorse e rispondendo alla necessità di un servizio di salute mentale che risponda alle esigenze contemporanee.

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