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Il tempo ha da sempre affascinato filosofi, psicologi, biologi e fisici. Se la psicologia si occupa del tempo come vissuto soggettivo, ampliando lo sguardo al più all’evoluzione dell’individuo (ontogenesi), la biologia evoluzionista si occupa da sempre del senso filogenetico del tempo, dunque l’evoluzione delle specie umane.
Come per ogni viaggio, partiremo dalle origini: la nascita della mente, approfondendo con il prof. Telmo Pievani, filosofo della scienza ed evoluzionista, le scoperte più recenti sullo sviluppo del pensiero simbolico come funzione di adattamento primaria non solo di Homo sapiens, ma anche dei suoi parenti più stretti, come i Neanderthal.
Il discorso sulle origini farà da apripista ai due temi centrali dell’incontro: da una parte la natura teleologica della mente umana, che porta ad attribuire intenzionalità a fenomeni caotici, che nel corso del tempo si è strutturata in credenze (e talvolta bias cognitivi) che orientano le scelte umane. Dall’altra, i miti e le convinzioni, tutt’ora dure a morire, sui moventi dell’agire umano, ovvero sul grande conflitto fra egoismo e collaborazione sociale che organizza la convivenza. Le più recenti teorie sui gruppi sociali offrono una visione innovativa sull’argomento, superando la visione ormai obsoleta del gene egoista, verso una visione gruppale e collaborativa della società.
Infine, dopo aver esplorato il tempo profondo della mente, sarà dedicato uno spazio al contesto ambientale entro cui il comportamento umano si esprime, con particolare attenzione alle preoccupazioni odierne sul destino del pianeta e della sopravvivenza umana, minacciata dal cambiamento climatico, attraverso l’analisi di un vissuto sempre più condiviso, quello dell’eco-ansia.