Il carattere degenerativo progressivo di alcune malattie oculari è in grado di produrre incertezza emotiva, di rendere difficoltosa la progettualità esistenziale e di generare sentimenti di inadeguatezza, mancanza di autostima, impotenza, solitudine, perdita di autonomia e isolamento. Per mantenere l’autonomia e una buona qualità di vita diventa indispensabile intraprendere un percorso riabilitativo, fondato su un approccio olistico multidisciplinare, attento all’esplorazione della dimensione psicologica della persona.
L’incontro, organizzato dall’Osservatorio di Psicologia in cronicità dell’Ordine degli Psicologi Lazio, è stato l'occasione per condividere con tutti gli operatori sanitari interessati (medici, infermieri, psicologi) le esperienze professionali di alcune tra le più grandi realtà riabilitative nel campo dell’ipovisione. La Giornata ha visto, infatti, la partecipazione di una rappresentanza del Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva all’interno del Policlinico Gemelli di Roma, che dal 2013 è Centro di Collaborazione per la riabilitazione visiva dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ha partecipato inoltre l’ASP S. Alessio – Margherita di Savoia, che dalla seconda metà dell’Ottocento realizza attività volte all’autonomia e all’inclusione sociale delle persone cieche e ipovedenti.
La Giornata si è arricchita della preziosa collaborazione di persone che convivono con la cecità e l’ipovisione, che hanno condiviso con i presenti racconti e opere d’arte.