Chiara vive l’esplosione della pandemia con un senso di irrimediabile catastrofe. L’analisi della sua storia personale, costruita sul filo della responsabilità verso gli altri, ci costringe a svegliarci dai nostri sogni narcisistici, spingendoci a riconoscere il valore/necessità della condivisione, perché “quando il dolore morale perde la sua salutare funzione di avvertimento, di allarme, di spinta ad aiutare il nostro simile”, inizia una grave malattia del XX° secolo: la “cecità all’umano”.
Carlo Carapellese, Mirco Goro