Nella prima lezione del ciclo di webinar “ll danno psichico. La valutazione medico legale e psicologica: quali prospettive per una utile sinergia” abbiamo parlato della valutazione del danno biologico insieme al Dott. Luigi Mastroroberto, Medico Legale e Consulente Fondazione ANIA, Compagnie Assicurative.
Il risarcimento del danno alla persona in responsabilità civile ha visto, nel corso del tempo, ma soprattutto negli ultimi due decenni, un tumultuoso evolversi di interpretazioni giuridiche, medico-legali, giudiziarie e legislative e non pare che, al momento, si sia ancora giunti ad una visione definitiva. A differenza infatti di quanto accade nella maggior parte degli altri paesi industrializzati, nel nostro sistema risarcitorio il fulcro dell’accertamento e del conseguente ristoro economico è il danno non patrimoniale, in particolare quello derivante dalla violazione dei beni costituzionalmente protetti di rango primario, di cui, evidentemente, quello alla salute (art. 32 della nostra Costituzione) è quello che, di gran lunga rispetto agli altri, emerge quando si discute di fatti che determinano una lesione alla integrità fisica e psichica della vittima.
E poiché le norme, la Giurisprudenza e la Medicina Legale si sono poste come obiettivo quello di cercare di individuare e ristorare integralmente il pregiudizio subito dal soggetto, in nessun modo potevano escludersi da questo processo accertativo le ripercussioni di un trauma (di qualsiasi tipo esso sia stato) sulla sua psiche. Nella consapevolezza di come questo tipo di pregiudizio sia caratterizzato da confini spesso evanescenti, che rendono complessa la sua individuazione e quantificazione, la Medicina Legale si è dotata di strumenti che tendono a creare uniformità non solo e non tanto nella catalogazione della psicopatologia che si diagnostica di volta in volta, ma anche e forse soprattutto nella verifica del suo nesso causale dal fratto dal quale la si vuole far discendere.