La Regione Lazio ha approvato un importante aggiornamento del quadro regionale dedicato alle cure palliative, adottando due documenti tecnici che definiscono in modo integrato l’organizzazione dei servizi e la loro piena integrazione nei percorsi clinici. Con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 94 del 13 novembre 2025, sono infatti stati diffusi sia il documento “Le Cure Palliative in Ospedale: Inquadramento Strategico e Modelli di Integrazione nella Regione Lazio” (Determinazione G14930/2025), sia il “Modello organizzativo per le Cure Palliative Simultanee” (Determinazione G14720/2025).
Si tratta di due testi complementari, che concorrono a delineare un modello regionale unitario.
Il primo definisce la struttura organizzativa delle cure palliative in ambito ospedaliero, con l’istituzione delle Unità di Cure Palliative Ospedaliere (UCP-O), il rafforzamento dell’integrazione con le Reti Locali di Cure Palliative e l’introduzione di standard operativi e di presa in carico;
Il secondo stabilisce come le cure palliative debbano essere attivate in modo precoce e simultaneo rispetto alle terapie specialistiche, attraverso criteri clinici condivisi, strumenti di valutazione validati e percorsi coordinati tra ospedale, territorio e domicilio.
Insieme, i due documenti consolidano una visione avanzata delle cure palliative, fondata sulla continuità assistenziale, sulla precocità dell’intervento e sull’approccio multidimensionale ai bisogni della persona e dei suoi familiari. Un impianto che attribuisce un rilievo centrale alle competenze psicologiche, riconoscendole come elementi qualificanti dell’équipe nelle diverse fasi del percorso di cura.
All’interno del documento dedicato all’organizzazione ospedaliera, è infatti riconosciuta l’importanza di un’équipe interprofessionale nella presa in carico globale della persona, prevedendo la presenza dello psicologo o della psicologa come figura fortemente raccomandata nell’Unità di Cure Palliative Ospedaliere.
Questo inserimento rappresenta un passaggio rilevante perché riconosce il contributo specifico della psicologia nella valutazione dei bisogni emotivi, relazionali e adattivi del paziente e dei caregiver, valorizzando al tempo stesso il ruolo della disciplina nel sostenere i processi di comunicazione clinica, nel favorire una consapevolezza più chiara della prognosi e nel facilitare la pianificazione condivisa delle cure. All’interno dei percorsi palliativi, ciò mette in evidenza la centralità del benessere psicologico, soprattutto nelle fasi caratterizzate da maggiore complessità clinica e decisionale.
Il nuovo impianto organizzativo, nel definire standard, processi e setting di cura, richiama la necessità di competenze psicologiche integrate in ospedale, nei percorsi di transizione verso il territorio e anche nell’ambito delle cure palliative simultanee, dove la multidimensionalità della valutazione richiede un contributo specialistico costante. Questo duplice riconoscimento apre spazi di valorizzazione professionale per psicologi e psicologhe nella rete palliativa, sia per le attività cliniche sia per quelle formative e di supporto agli operatori.
L’Ordine degli Psicologi del Lazio esprime apprezzamento per questo avanzamento normativo e continuerà a seguire da vicino l’implementazione dei modelli approvati, affinché il contributo psicologico possa svilupparsi in maniera concreta, qualificata e coerente con le evidenze scientifiche e con i bisogni delle persone assistite.
Paola Medde, Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, commenta così la novità:
“L’integrazione strutturata delle competenze psicologiche nelle cure palliative rappresenta un riconoscimento significativo del valore che il nostro contributo può apportare alla qualità dell’assistenza. La presa in carico globale della persona, soprattutto quando vive condizioni di particolare vulnerabilità, richiede uno sguardo capace di tenere insieme dimensioni cliniche, emotive, relazionali e sociali. Per questo motivo salutiamo con favore l’impianto del nuovo modello regionale e ribadiamo il nostro impegno affinché la componente psicologica trovi piena applicazione nei servizi, con professionalità adeguate e integrate nei percorsi assistenziali. Questo risultato valorizza anche il lavoro portato avanti dall’Ordine negli ultimi anni, attraverso iniziative, proposte e interlocuzioni istituzionali che hanno contribuito a far emergere con chiarezza il ruolo della psicologia nelle cure palliative e l’importanza di una presenza qualificata della nostra comunità professionale in questo ambito così delicato.”