La devianza in adolescenza: gli interventi della giustizia tra percorsi responsabilizzanti e promozione di benessere [3/3]

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La devianza in adolescenza: gli interventi della giustizia

Parte 3. Il processo penale minorile. Presentazione dei casi

La letteratura scientifica sottolinea che la migliore forma di deterrenza dei comportamenti problematici di tipo deviante consiste nella sollecitazione di azioni socialmente positive, attrattive e motivanti per i soggetti coinvolti, e nel miglioramento della continuità fra il sistema delle risposte sociali esterne (istituzioni, famiglia, gruppo di appartenenza) e i meccanismi di risposte cognitive/emotive interne all’individuo.
Si è fatta strada una concezione promozionale della persona che, al contrasto reattivo delle problematicità già attive e riconosciute, contrappone il rafforzamento delle competenze atte a fronteggiare le indefinite forme di disagio. Si tratta, in altri termini, di favorire l’utilizzo delle personali risorse di rapporto e di quelle dei contesti di appartenenza e/o di riferimento. In questa direzione si snoda il processo penale a carico di imputati minorenni (DPR 22 settembre 1988, n. 448).
Il seminario ha illustrato i possibili scenari e ambiti di intervento con gli adolescenti autori di reato, con un’attenzione particolare all’istituto della messa alla prova.

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