La giurisdizione delle relazioni familiari, sia nel contesto del processo civile ordinario sia in quello minorile, è sollecitata in maniera crescente a riconcepire il processo – senza intaccarne i dispositivi che assicurano le garanzie delle parti e l’effettività del contraddittorio – nella prospettiva di assolvere anche alla funzione di ricostruzione di legami familiari a volte fortemente lesivi dell’interesse delle persone di età minore. E’ in questa dimensione che si situa l’ampliamento del mandato della consulenza tecnica d’ufficio: quando, dai compiti più propriamente diagnostici, si estende a verificare le possibilità di una trasformazione delle relazioni familiari.
Il confine tra gli interventi valutativi e i processi trasformativi attivati, tra il giudizio e il possibile cambiamento dei soggetti coinvolti, tra il ruolo giuridico e quello relativo agli interventi di aiuto, tra il racconto e il vissuto, sono ambiti non sempre definibili, dentro cui un intervento psicogiuridico, per risultare utile ed efficace ai soggetti coinvolti, deve muoversi, con chiarezza di ruolo e di significato.
Il seminario ha attivato una riflessione tra gli operatori sulle modalità utili per sostenere il diritto alla affettività e alla genitorialità dei minori che vivono una condizione di rischio evolutivo. La sessione di confronto è stata quindi finalizzata ad approfondire questa prospettiva ed a vagliarne opportunità e rischi, con lo scopo di attivare un confronto tra le procedure adottate per favorire la definizione di prassi virtuose.
Relatori
Claudio Cottatellucci, Alida Montaldi, Franca Mangano, Sara Menichetti, Francesco Vitrano, Ugo Sabatello, Leonardo Luzzatto, Elisa Spizzichino, Anna Lubrano Lavadera