Con questa presentazione, intendiamo sottolineare i passaggi strategici e metodologici nella psicoterapia con famiglie che arrivano a richiedere una terapia per un problema di un figlio, nello specifico il tema dei disturbi della relazione aggressivo – ostile tra bambini nella prima infanzia e genitori. Viene utilizzato come punto di ancoraggio un caso clinico di una bambina di 4 anni, Giulia, inviata con la sua famiglia al “servizio clinico per il bambino e la famiglia”, istituito all’interno della scuola di specializzazione, da un neuropsichiatra infantile che – dopo un periodo di osservazione in Day Hospital di un ospedale pediatrico – diagnostica un Disturbo Ossessivo – Compulsivo con presenza di ansia e malinconia. Viene proposto un inquadramento diagnostico che considera diversi livelli di osservazione: quello delle caratteristiche della bambina, quello delle caratteristiche della genitorialità e cogenitorialità e quello dell’ambiente familiare multigenerazionale. Viene quindi presentato un processo terapeutico che dimostra il modo in cui – lavorando in fasi distinte – si può entrare in rapporto con i genitori supportandoli nelle strategie di gestione della sintomatologia della figlia, per poi passare progressivamente alla scoperta delle trame della storia familiare multigenerazionale che risultano coerenti – sia in termini di significato che di funzione – con il disturbo presentato attraverso la richiesta di aiuto terapeutico.
La scuola ha incorporato le teorie sistemiche integrandole nella più ampia dimensione della psicologia relazionale. Il modello si è andato caratterizzando nel tempo per la riscoperta della soggettività, della storia di sviluppo familiare e dell’importanza della relazione famiglia e individuo. Pur studiando la famiglia come sistema, si afferma una continuità con una tradizione psicodinamica. La famiglia trova nel Sé individuale e nel suo percorso di differenziazione dalla famiglia d’origine il suo migliore modello di concettualizzazione.