Narrazioni e falsificazioni nella storia della psicologia italiana

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Narrazioni e falsificazioni nella storia della psicologia italiana

Sembra essersi stratificata un’immagine del sapere e della disciplina psicologica che è necessario rivedere attentamente per combattere quelle che Paolo Mieli ha efficacemente chiamato in un suo libro le “falsificazioni della storia”. Secondo questa tesi, che molti storici e filosofi condividono, ogni società, in modo particolare quella italiana, opera sul proprio passato recente o remoto falsificazioni interpretative o fattuali, che hanno origine nella pulsione “presentista” di molti analisti.
L’ obiettivo del seminario è stato quello di sensibilizzare gli psicologi alla storia della propria disciplina al fine di coltivare il senso di appartenenza ad essa. E’ importante promuovere nella comunità professionale degli psicologi lo sviluppo di radici identitarie più robuste e conferire forza alla loro immagine sociale, nell’idea di far parte di una così importante tradizione ormai ultrasecolare.

A partire da tali considerazioni, il seminario è stato articolato in tre momenti:

Storia della psicologia – “La crisi della ricerca psicologica negli anni ’30 a Roma”
Storia della psicologia sociale – “La psicologia sociale ed il fascismo”
Storia della psicoterapia italiana – “Psicoterapia e psichiatria in Italia tra gli anni ’60 e ’70”.

Tali interventi hanno evidenziato, basandosi sui fatti empirici della ricerca storica, i miti, le falsificazioni o le oscurità nelle principali narrazioni riguardanti le scienze psicologiche e psichiatriche.

Relatori: Pietro Stampa, Giovanni Pietro Lombardo, Giorgia Morgese, Gilda Sensales, Renato Foschi