Il 27 ottobre 2019 si è svolto il primo Tevere Day, evento ideato ed organizzato sulle acque e lungo le sponde del principale fiume romano dall’Associazione Museo del Tevere.
La giornata, in linea con gli obiettivi e le finalità dell’Associazione, ha avuto lo scopo di promuovere lo stato di salute del fiume, sensibilizzando la collettività riguardo alla pulizia degli argini, alla loro manutenzione e al monitoraggio della qualità delle acque; ma anche di valorizzare l’aspetto culturale del corso d’acqua, portando la cittadinanza a riflettere e a riconsiderare la sua presenza nel tessuto urbano, per ristabilire un rapporto attivo con esso.
L’evento è stata fortemente promosso anche da cinque Circoli sportivi storici della zona, ovvero il Circolo Tevere Remo, il Circolo Canottieri Aniene, il Circolo Canottieri Lazio, il Circolo Tirrenia Todaro e il Circolo Canottieri Roma. Quest’ultimo, già teatro dell’evento Torneo Mental Point, ha coinvolto nell’iniziativa l’Ordine Degli Psicologi del Lazio attraverso l’attivazione del Gruppo di Lavoro “Psicologia dello Sport“.
Durante il Tevere Day i vari circoli hanno predisposto attività sportive, offerte gratuitamente alla cittadinanza, adatte ad adulti e bambini, da svolgersi all’aria aperta lungo la cornice offerta dagli argini del fiume: corse in bicicletta, canottaggio, lezioni di tennis e calcio. È stato possibile, inoltre, provare delle esperienze di psicologia dello sport dedicate al tema dell’alfabetizzazione emotiva e del rapporto fra emozioni e attività fisica, organizzate dalla dott.ssa Maria Grazia Ferraro e dal dott. Daniele Stizza (preparatori mentali del circolo Canottieri Roma) in partnership con le dott.sse Raffaella Bencivenga e Francesca Briotti (collaboratrici di Idego), anche attraverso l’utilizzo di apparecchiature per la Realtà Virtuale.
I partecipanti all’iniziativa sono stati coinvolti in un’attività immersiva, che attraverso un visore per la realtà virtuale e un paio di cuffie ha permesso loro di trovarsi catapultati in diverse ambientazioni. Dallo spazio alla savana, dal tendone di un circo al campo di una partita di NBA: ciascuno di questi scenari ha esercitato la sua influenza sui curiosi che si sono prestati all’esperienza, evocando in loro un ventaglio di suggestioni, associazioni e reazioni emotive. Partendo proprio da queste emozioni di risposta, i conduttori dell’attività hanno ragionato insieme ai partecipanti su quali siano le componenti di cui le risposte emotive sono costituite, e come queste possano essere riconosciute, modificate e padroneggiate, al fine di gestire al meglio i propri stati interni e non esserne così in balìa, tanto in campo, durante una gara, quanto fuori, nelle sfide che ogni giorno ciascuno di noi si trova ad affrontare.
Una rappresentanza dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, nelle figure dei dottori Sergio Costa e Luana Morgilli, componenti del Gruppo di Lavoro “Psicologia dello Sport“, ha presenziato all’iniziativa dialogando con i numerosi partecipanti, fornendo chiarimenti e spiegazioni sul ruolo, le funzioni e le competenze dello psicologo in ambito sportivo, e rispondendo ai quesiti degli atleti e dei cittadini che hanno presenziato all’iniziativa.
Ad esempio diverse persone si chiedono quale sia la differenza tra motivatore, mental coach e psicologo dello sport, e l’evento è stato pertanto una preziosa occasione per spiegare come la differenza nella formazione di base renda quest’ultimo competente riguardo il funzionamento dei processi cognitivi e delle risposte psicofisiologiche, in gioco anche negli aspetti mentali dell’attività sportiva.
Il bagaglio teorico proprio della nostra professione ci consente di esplorare aspetti della personalità e del funzionamento individuale di ciascun singolo sportivo; è chiaro, perciò, che, a differenza delle altre figure che operano in ambito sportivo, lo psicologo dello sport è in grado di disegnare un quadro specifico della situazione individuale, in cui proporre e mettere in atto le varie tecniche di mental training.
Chi, dei curiosi presenti all’evento, si domandava se la psicologia dello sport servisse solo ad atleti professionisti o a campioni di rango olimpico, ha scoperto invece gli altri suoi ambiti applicativi, forse meno suggestivi, ma certo non meno importanti: il lavoro nei settori giovanili, nello sport adattato e della disabilità; la promozione del benessere e di uno stile di vita sano, anche nella terza età; le varie prospettive nella ricerca accademica; il supporto nella ripresa post-infortunio e altro ancora.
In conclusione, grazie alla cornice di grande impatto, a un’attività – l’esperienza della realtà virtuale – di indubbio fascino, e all’opera di informazione e divulgazione del GDL Sport, il Tevere Day si è rivelato un’altra preziosa occasione per presentare la figura professionale dello psicologo dello sport alla cittadinanza.