Lo scorso 17 febbraio del 2017, presso la sede del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, si è tenuta la seconda riunione del Tavolo Tecnico Nazionale per la Psicologia dello Sport.
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti dei diversi ordini regionali, docenti universitari e i portavoce delle maggiori associazioni di categoria. Obiettivo dell’incontro è stato quello di proseguire i lavori per individuare una definizione istituzionale condivisa della professione di psicologo in ambito sportivo, con particolare attenzione al tipo di formazione, alle competenze specifiche e agli strumenti che ad essa appartengono, in linea con quanto elaborato a livello europeo dalla EFPA (European Federation of Psychologist’s Association).
Nel corso della riunione, il prof. Fabio Lucidi ha evidenziato tre punti a suo avviso fondamentali: il bisogno degli Psicologi dello Sport di riconoscersi come tali, espresso dall’esigenza di un censimento nazionale; la necessità di individuare le competenze che caratterizzano il lavoro dello psicologo dello Sport e capire chi possa certificarle; e infine l’esigenza di creare una rete con i possibili stakeholder, senza rivendicare posizione ma facendo capire ed apprezzare il valore aggiunto della psicologia dello Sport presso federazioni, società sportive, eccetera.
Gli aspetti fondamentali per identificare la professionalità dello psicologo dello sport sono stati riepilogati dal prof. Lucidi in uno schema che ha evidenziato la necessità di una formazione specifica nei diversi aspetti della psicologia dello sport e dell’esercizio fisico, di un tirocinio supervisionato specifico nell’ambito sportivo della durata di un anno e dell’esperienza nei diversi settori e relativamente alle diverse età degli atleti e dei praticanti.
A seguire il prof. Lucidi e la prof.ssa Bortoli hanno illustrato i campi di applicazione e di studio in cui è possibile operare occupandosi di Psicologia dello Sport, dando avvio ad un interessante dibattito tra i presenti relativamente anche alla definizione dei tre punti emersi. Si è giunti così a individuare i seguenti ambiti applicativi.
- Agonismo e Top Level: in tale ambito rientra il lavoro di preparazione mentale e di preparazione alla gara degli atleti di alto livello; lo psicologo lavora principalmente sull’allenamento delle abilità mentali dello sportivo (attenzione, concentrazione, gestione dell’arousal e delle emozioni, visualizzazione, self talk, definizione degli obiettivi).
- Sport individuali e sport di squadra: nei primi lo psicologo lavora con le abilità mentali individuali degli atleti e, nei secondi, presta particolare attenzione anche alla comunicazione, al team building e alla leadership.
- Settori Giovanili: lo psicologo agisce come facilitatore della comunicazione tra gli adulti di riferimento che ruotano intorno al contesto sportivo (allenatori, genitori, dirigenti, società), ponendosi come obiettivo quello di creare un clima favorevole affinché il bambino possa vivere l’esperienza sportiva nel modo più sereno possibile. Lo psicologo, inoltre, si rivela una figura professionale cruciale per l’accompagnamento alla crescita di bambini e ragazzi sia nello sviluppo delle abilità mentali sia nella formazione della personalità, prevenendo fenomeni quali il bullismo e il drop out precoce.
- Disabilità e integrazione sociale: lo psicologo conduce progetti e programmi di integrazione delle persone disabili e delle fasce deboli della popolazione ma anche di adattamento degli sport alle diverse situazioni delle persone coinvolte.
- Benessere, esercizio fisico e terza età: lo psicologo fornisce supporto a tutti coloro che praticano attività fisica per il proprio benessere e per la forma fisica. In questo ambito rientrano lo sviluppo di politiche di promozione dello sport praticato dai cittadini delle varie classi d’età, l’intervento su motivazione e definizione degli obiettivi, la prevenzione dell’overtraining, etc.
- Post-infortunio e riabilitazione: lo psicologo interviene sul trauma, sulle paure, sull’ansia da prestazione e sulla perdita di autostima che spesso rendono difficile il ritorno all’attività, ben oltre i tempi fisiologici della riabilitazione fisica.
- Ricerca scientifica: lo psicologo è impegnato a svolgere l’importante compito di comprendere le modifiche che avvengono nei processi cognitivi e nelle relative funzioni cerebrali dell’atleta.
- Psicologia clinica dello sport: lo psicologo integra il lavoro di preparazione mentale dell’atleta con aspetti più tipicamente clinici, con lo scopo di lavorare su aree di difficoltà della persona che interferiscono con lo svolgimento della prestazione sportiva ottimale.
Il fine ultimo delle riunioni del Tavolo Tecnico Nazionale permane dunque quello di un riconoscimento istituzionale della figura dello psicologo in ambito sportivo, obiettivo che il GdL in Psicologia dello Sport attivo presso l’Ordine degli Psicologi del Lazio sta portando avanti già da qualche anno sul territorio regionale attraverso il censimento degli psicologi dello sport del Lazio, l’istituzione di comitati d’area di colleghi operanti nei diversi settori e di altre attività consultabili sulla pagina del GdL.
Riferimenti
Costa, S., Bernardi, E., Lausdei P., Morgilli, L., Manili, U. (2015). Censimento degli Psicologi dello Sport nel Lazio. Movimento. Rivista di psicologia e scienze del movimento e dello sport, 31, 114-116.
http://www.psy.it/allegati/aree-pratica-professionale/psicologo_dello_sport.pdf