“Mi auguro che la vostra figura professionale abbia presto un ruolo analogo a quello del medico di famiglia e del pediatra di libera scelta. Con la legge sullo psicologo di base la nostra regione puntava a questo obiettivo, ma è arrivata la scadenza della legislatura. Ci riusciremo nella prossima”. Lo ha dichiarato l’assessore alla Sanità e all'integrazione Socio-Sanitaria del Lazio, Alessio D’Amato, in occasione dell’ultima seduta di Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, la prima in presenza dal momento dell’insediamento, avvenuto nel 2020.
Dopo la lunga stagione del distanziamento, i vertici dell’ente hanno voluto organizzare un momento di confronto per raccontare quanto realizzato dalla Regione in ambito psicologico e, alla luce della candidatura a Presidente della Regione Lazio, conoscere ciò che D’Amato intende realizzare nella prossima legislatura. “Venivamo da una lunga stagione di commissariamento — ha spiegato l’assessore— ma appena ci è stato possibile abbiamo riservato un’attenzione al benessere psicologico come mai era accaduto prima. Sul progetto “Aiutamente” — basato su tre linee di indirizzo: scuola, distretti e bonus famiglie — abbiamo stanziato tanti fondi quanto quelli previsti dal governo nazionale, quasi 11 milioni di euro. Abbiamo avviato la sperimentazione dello psicologo nei Pua e nelle Asp. Per quanto riguarda la psicologia dell’emergenza, andremo alla contrattualizzazione a tempo indeterminato dei dipendenti di Ares 118. Ancora, abbiamo riaperto la stagione concorsuale, con 200 nuove assunzioni. Si può fare di più, certo, ma erano quindici anni che tutto era fermo. Ricordo che le regioni sono sempre sottoposte a un vincolo sulla spesa del personale del tutto anacronistico, che le obbliga a non superare le uscite del 2004 ridotte del 1,4%. E che nonostante questo il Lazio — dati Bankitalia — negli ultimi anni ha avuto un tasso di reclutamento doppio della media nazionale”.
Complice l’opportunità offerta dal Pnrr, Il futuro vedrà la sanità regionale impegnata nella costruzione di reti territoriale sempre più efficienti e, in questo contesto, il ruolo degli psicologi secondo D’Amato sarà determinante: ”Disponiamo di risorse importanti e ci attende una sfida che riguarderà le cure domiciliari, l’assistenza alle fasce più deboli, l’attività di prevenzione, il sostegno agli adolescenti con gli sportelli di ascolto nelle scuole, di cui dovremo monitorare anche gli esiti della presa in carico. In tutti questi ambiti il contributo degli psicologi rivestirà un’importanza sempre maggiore. Insomma, abbiamo gettato le basi per un rapporto che certamente si consoliderà in futuro, essenziale per il miglioramento del benessere psicofisico dei nostri cittadini”.
Le scelte compiute dalla Regione in questi anni hanno aperto un altro importante capitolo sul terreno del benessere psicologico: quello della sinergia tra pubblico e privato. Tale, ad esempio, è stato il caso del piano “Aiutamente”, basato appunto su un modello integrato che D’Amato rivendica:” Dobbiamo superare la logica che ci ha accompagnato per anni a livello nazionale: quella dell’approccio “a canne d’organo”, in cui tra i due sistemi c’era assenza di dialogo e, a volte, diffidenza. La realtà di oggi ci richiede multidisciplinarità, flessibilità, integrazione delle competenze, e in questo scenario il rapporto tra pubblico e privato va favorito, ovviamente dietro il conforto di standard riconosciuti ed adeguate validazioni scientifiche”.
La categoria degli psicologi è per sua natura collocata a cavallo tra sanitario e sociale, e questo la rende particolarmente sensibile al tema dell’integrazione tra i due settori. Un processo, secondo D’Amato, destinato a consolidarsi in misura crescente nel prossimo futuro:” La Regione ha costruito in questi anni sei nuovi ospedali, ha investito sulle expertise e dispone di una componente sanitaria ospedaliera abbastanza solida. A questo punto la grande sfida si sposta sulla dimensione di prossimità, sul domicilio, sui luoghi cioè in cui è possibile intercettare i bisogni prima che diventino criticità di difficile gestione. Oggi siamo ancorati a degli andamenti demografici molto evidenti: un indice di invecchiamento altissimo e un decremento delle nascite mai conosciuto prima. Questo non può non comportare forti ripercussioni sul tessuto sociale, sui modelli di welfare, sul versante sanitario, assistenziale. Avremo sempre di più soggetti anziani, multi cronici, probabilmente esposti a condizioni di disagio sociale accentuate dalle vaste periferie dei nostri centri urbani. Questa situazione ci impone di agire per tempo investendo sul tema dell’integrazione socio sanitaria con grande convinzione. Sarà uno degli aspetti a cui dedicherò maggiore cura. Anche in questo ambito — ha concluso D’Amato — mi auguro che il percorso intrapreso dal sistema sanitario regionale e dalla vostra categoria professionale prosegua come è accaduto in questi anni. La pandemia ci ha insegnato che solo facendo squadra con tutti gli attori che garantiscono il benessere psicofisico della cittadinanza è possibile superare le tante problematiche che evidenzia la nostra società. Ci attende un grande lavoro da fare insieme”.