Equo compenso per gli Psicologi penitenziari

Il Ministero della Giustizia aggiorna la tariffa oraria spettante agli esperti ex art. 80

Con Decreto n. 2 del 16 gennaio 2024 la Direzione Generale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha aggiornato i compensi orari spettanti agli Psicologi che, ai sensi dell’art. 80 della Legge 354/1975, svolgono prestazioni professionali in convenzione al fine di ottenere un’attività di consulenza per l’osservazione e il trattamento delle persone detenute.

A partire dal 1 febbraio 2024 il compenso orario spettante agli psicologi penitenziari passa da € 17,63 a € 30,00 lordo oltre Iva e oneri previdenziali.

L’aggiornamento della tariffa fa seguito alle nuove disposizioni normative in materia di equo compenso, che interessano - come evidenziato dall’Ordine all’indomani dell’approvazione della norma - anche il Ministero della Giustizia. Con l’Amministrazione Penitenziaria, infatti, i professionisti esperti ex art. 80 instaurano un rapporto di consulenza, prestata dallo psicologo in regime di libera professione.

“La rideterminazione da parte del Dipartimento dell'AmministrazionePenitenziaria del compenso orario previsto per le prestazioni rese dai professionisti psicologi rappresenta una buona notizia. È la conferma del fatto che la legge sull'equo compenso, seppure in vigore da pochi mesi, inizia a produrre gli effetti auspicati” spiega Federico Conte, Presidente dell'Ordine degli Psicologi del Lazio. “La corresponsione a un professionista di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro, pur essendo un atto dovuto, non trova sempre riscontro nella realtà. Ed è frequente che siano i più giovani a sperimentarlo sulla propria pelle: se il profilo della committenza è particolarmente “forte”, o quando il contesto competitivo tende a fare della variabile prezzo la principale leva concorrenziale, limitando i margini di contrattazione. Questa norma, proponendosi di neutralizzare la corsa al massimo ribasso, contribuisce a restituire centralità alla capacità del professionista e, in definitiva, a fornire maggiori garanzie sulla qualità della prestazione stessa“.